Da Reggio Calabria al Belgio, pellegrini omaggiano padre Engels

Un gruppo di pellegrini della diocesi di Reggio Calabria – Bova ha raggiunto il Belgio per un omaggio e una preghiera a padre Giacomo Engels. Sulla tomba dell’indimenticato pastore, deposta la terra della “sua” Cannavò.

«È stata una bella cosa deporre un pugno di terra della Calabria sulla tomba di padre Giacomo. Aveva la Calabria nel cuore e ne ha parlato fino all’ultimo momento. Ne sono testimone». Con queste parole padre Lambert Vos, abate del monastero di Chevetogne, ha ringraziato i 4 pellegrini della diocesi di Reggio (Tito, Nunziella, Sara e Alessio), che nel luglio scorso si sono recati in Belgio per pregare sulla tomba di padre Giacomo Engels.


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La terra cui faceva riferimento padre Lambert è stata raccolta a Cannavò, luogo dove padre Giacomo aveva eretto la “skiti” di san Cipriano di Calamizzi, ed è stata deposta insieme ad un fiore di mogano, portato dall’Africa. L’opera silenziosa e profonda di padre Giacomo Engels ci ha guidati sulla via della spiritualità italo-greca e della tradizione liturgica bizantina, testimoniata a Reggio fino al diciottesimo secolo. Ed è proprio nel solco di questa tradizione che il 7 agosto scorso a Bova Marina è stata celebrata la Divina liturgia di san Giovanni Crisostomo, seguita dal Trisajion, preghiera in suffragio dei defunti.

La liturgia, celebrata dal papàs Ivan Pitra della diocesi di Lungro e dal diacono Mario Casile, ha concluso la settimana intensiva di greco di Calabria organizzata, ormai per l’ottavo anno consecutivo, dall’associazione ellenofona Jalò tu Vua e denominata To ddomadi greko – La settimana greka. I circa settanta partecipanti al ddomadi greko, provenienti dai nostri paesi, da varie parti d’Italia e dall’estero, hanno voluto commemorare due fraterni amici scomparsi recentemente, Mimmo Nucera Milinari, poeta e maestro della lingua greca di Calabria, e Rocco Tuscano, anch’egli appassionato interprete dell’autenticità della nostra terra.

Particolarmente toccante è stato il canto del vangelo in lingua greca di Calabria, affiancato all’italiano prescritto dalla liturgia. A conclusione del Trisajion, dopo l’intonazione del canto «Eterna la vostra memoria, fratelli nostri indimenticabili e degni della beatitudine», sono stati distribuiti ai presenti i “còlliva” e le “scaldatelle”, i primi, secondo l’usanza della Grecia, fatti con grano bollito, melograno e vari aromi; le seconde, secondo l’usanza calabrese della zona jonica, segnate con un “plumì” (timbro di legno) a croce greca, proveniente da Roghudi.


PER APPROFONDIRE: Padre Engels, l’eremita belga che amò la Bovesìa


È stato consolante apprendere di un Trisajion in suffragio di Mimmo e Rocco celebrato domenica 21 agosto a Malta, presso la chiesa greco-cattolica di Nostra Signora di Damasco, su iniziativa di alcuni amici del ddomadi greko. La fiammella accesa più di 50 anni fa da padre Giacomo Engels, con il supporto di illuminati reggini e la benedizione di monsignor Giovanni Ferro, non è spenta.

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Francesco Chindemi

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