Fisichella: per il Giubileo Roma sia città che annuncia pace

Roma diventi la città dell’annuncio di pace in occasione del Giubileo: è l’auspicio di monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per la Nuova Evangelizzazione, intervenuto oggi a Roma al Forum Adnkronos, al Palazzo dell’Informazione, sede dell’agenzia di stampa. L’arcivescovo ha affrontato diversi argomenti, dalla crisi nel Medio Oriente, alla partecipazione di Papa Francesco al G7, dal prossimo Anno Santo alla pop theology, ossia il rilancio del Vangelo e del suo messaggio attraverso il linguaggio dei giovani, della musica pop, del cinema, del teatro, dell’arte.

La situazione del Medio Oriente
A proposito di Israele e Palestina, monsignor Fisichella ha raccontato di essersi recentemente soffermato davanti all’ulivo piantato da Papa Francesco insieme ad Abu Mazen e Shimon Peres e di avere costatato quanto fosse cresciuto mentre oggi ci si ritrova in una situazione che contraddice quel gesto simbolico, ma relativamente alla quale la diplomazia della Santa Sede è sempre molto disponibile.

Papa Francesco al G7
Quanto all’intervento di Francesco alla sessione del G7 dedicata all’Intelligenza Artificiale, per il presule sarà una provocazione per spingere i governi a comprendere anzitutto che la questione toccherà sempre di più la vita delle persone e che serviranno delle regole. Il pro-prefetto del Dicastero per la Nuova Evangelizzazione ritiene che in gioco c’è la concezione stessa dell’uomo, che l’intelligenza artificiale è da considerare nel più ampio contesto della cultura digitale e cibernetica e che tutto quello che utilizza è quotato in Borsa e ha dei riflessi nella vita sociale e personale, dunque la presenza del Papa al G7 sarà una provocazione a mettere di nuovo al centro la dignità della persona.

Il Giubileo del 2025
Circa il Giubileo, monsignor Fisichella ha anticipato che il Papa farà dei gesti verso i detenuti e che al termine dell’Anno Santo ci sarà anche un atto concreto di carità a beneficio della Siria, dove da tredici anni imperversa una guerra dimenticata. Chi vorrà attraversare la Porta Santa dovrà iscriversi nell’apposita carta del pellegrino, ha spiegato inoltre il presule, questo anche per garantire una buona accoglienza a tutti, che non ci siano assembramenti eccessivi né problemi per la sicurezza. Sono già arrivate migliaia di iscrizioni e la macchina organizzativa suppone l’arrivo di 32 milioni di persone, di cui più di 2 milioni e mezzo dagli Stati Uniti e 900 mila dalla Germania. Attese anche tante presenze dal Sud America. Quanto ai lavori per preparare Roma al Giubileo, il pro-prefetto del Dicastero per la Nuova Evangelizzazione si è soffermato su quelli che stanno interessando piazza Pia, all’inizio di via della Conciliazione, a due passi da Castel Sant’Angelo, e si è detto fiducioso sul loro termine entro i tempi previsti. La data di consegna della nuova piazza, che sarà grande circa 7mila metri quadrati, è l’8 dicembre. Per monsignor Fisichella la cosa importante è che venga rispettata l’antichità di Castel Sant’Angelo e il barocco di piazza San Pietro con il colonnato del Bernini e che dunque non sia una piazza che artisticamente crei una discontinuità. Quelli di piazza Pia, ha aggiunto, sono i lavori più rappresentativi del Giubileo e i più complessi da realizzare; è già iniziato lo scavo del tunnel e il cantiere, ha spiegato, è un’opera di ingegneria ad altissimo livello, pensata per lo spostamento di due grandi collettori fognari e la costruzione di uno nuovo molto più grande.

Un’economia etica
Con un accenno alla festività dell’1 maggio, monsignor Fisichella ha sottolineato, poi, che un’economia senza etica conduce inevitabilmente alla violenza, sia riguardo alle morti sul lavoro che alla dignità stessa del lavoratore. Non è etica quell’economia che non rispetta le qualità specifiche professionali del lavoratore, ha continuato il presule, che non rispetta il cliente, che dà più valore alla macchina che all’uomo, perché un’economia che mira solo ed esclusivamente al guadagno si pone già da sé stessa fuori da ogni veicolo di socialità e stride con il criterio stesso di società.

Nuovi linguaggi per parlare ai giovani
Infine sulla pop theology come nuova forma di evangelizzazione, opinione del pro prefetto del Dicastero per la Nuova Evangelizzazione è che non si devono attrarre i giovani attraverso stratagemmi, perché i giovani debbano essere attratti dalla serietà della proposta fatta, che consiste nell’annuncio di Gesù Cristo. Per monsignor Fisichella servono sì nuove forme di comunicazione per parlare con le giovani generazioni, sempre più social e lontane dal linguaggio della Chiesa, ma occorre trovare un linguaggio per parlare loro di Gesù Cristo, non si deve dare un contentino per attirare, la Chiesa deve essere coerente con sé stessa, quello che propone è il senso della vita, l’effimero lo fanno tanti altri. La teologia, ha precisato, è lo sforzo di capire di più il mistero della fede, è intelligenza critica, che si pone davanti al mistero cercando di spiegare le ragioni, il perché della presenza del mistero nella nostra vita. Tra l’altro, ha concluso, il teologo riconosce che c’è poi una spiritualità popolare che ha bisogno ugualmente di intelligenza.

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