È morto monsignor Papa, fu vescovo di Oppido-Palmi dal 1981 al 1990

Il vescovo Benigno Papa

È tornato alla Casa del Padre monsignor Benigno Luigi Papa. Il presule pugliese, già vescovo di Oppido-Palmi, è venuto a mancare alle 3 di questa mattina a 87 anni, alla Casa San Paolo in Lanzo di Martina Franca, dove si era ritirato dopo la rinuncia alla guida pastorale della diocesi di Taranto per limiti di età. La camera ardente è stata allestita proprio nella città pugliese presso la Concattedrale Gran Madre di Dio dove i funerali saranno celebrati domani alle 16.

Nato a Spongano, paese in provincia di Lecce, il 25 agosto 1935, Benigno Papa entrò nell’Ordine dei frati minori cappuccini nel 1950, ricevendo l’ordinazione sacerdotale il 25 marzo 1961 a Bari dall’arcivescovo monsignor Enrico Nicodemo. Nominato vescovo di Oppido-Mamertina-Palmi il 14 novembre 1981 ricevendo la consacrazione episcopale il 27 dicembre successivo, fu trasferito l’11 maggio 1990 a Taranto dove fece il suo ingresso il 9 giugno. Tra gli incarichi in seno alla Cei è stato presidente della Commissione episcopale per il clero e la vita consacrata e della Commissione episcopale per la famiglia, nonché dal 1990 al 2011 vice-presidente per il Sud. Papa Francesco inoltre gli affidò nel 2016, per qualche mese, l’incarico di amministratore apostolico dell’arcidiocesi di Messina-Lipari-Santa Lucia del Mela.

Come scrive in un lungo articolo don Letterio Festa, monsignor Papa portò avanti, nella diocesi Oppidese-palmese, un’opera pastorale dinamica e duratura imperniata su due direttrici principali: la formazione culturale e spirituale dei sacerdoti e la valorizzazione costante e corresponsabile dei laici. Riaprì e restaurò il Seminario vescovile; istituì gli Organi collegiali diocesani previsti dalle riforme conciliari: il Consiglio presbiterale e il Consiglio per gli affari economici; riordinò e diede nuova vitalità agli Uffici della Curia vescovile, all’archivio storico e alla Biblioteca diocesana e fondò l’Istituto di scienze religiose (1982), approvandone lo statuto nel 1984.

Con un importante decreto datato 15 giugno 1986, aggregò alla Parrocchia principale di alcuni Comuni le altre chiese parrocchiali aventi ormai un numero esiguo di anime (Lubrichi, Scroforio, Santa Giorgia, Sinopoli inferiore, Plaesano, Tritanti, Galatro, Zurgonadio, Oppido-Abbazia, San Pier Fedele); consacrò la nuova chiesa parrocchiale di San Francesco di Paola in Gioia Tauro e, il 20 giugno 1988, elevò a Concattedrale la chiesa Matrice di Palmi. Approvò le Costituzioni e il Direttorio della Pia Unione dei Missionari dell’Evangelizzazione (1982); eresse l’Istituto Diocesano per il sostentamento del Clero (1985) e, conseguentemente, decretò l’estinzione della Mensa Vescovile e di 93 Enti ecclesiastici e prebende ormai desueti. Compì una Visita pastorale e stese una Relatio ad Limina; indirizzò ai fedeli cinque dense Lettere pastorali; scrisse numerosi ed importanti Messaggi; celebrò le notevoli Settimane bibliche e l’importante Convegno “Riconciliazione cristiana e Comunità degli Uomini della Piana” (19-22 giugno 1985).

Il progetto pastorale di monsignor Papa in mezzo ai fedeli di Oppido-Palmi fu quello di «costruire una Chiesa compaginata nella carità», individuando nella Riconciliazione «la via alla comunione». Per questo, invitò il suo gregge a «vivere con consapevolezza di fede il Mistero della Chiesa», allo scopo di «fare dei figli di Dio dispersi una Comunità compaginata nella carità, strutturata negli organismi di partecipazione e consapevole di essere in perenne stato di missione». Per realizzare questo evangelico impegno, egli invitò ad «un doveroso cambiamento di mentalità», sviluppando la Pastorale delle vocazioni e dei ministeri e sostenendo in maniera convinta «la missione insostituibile dei laici per una pastorale di ambiente», particolarmente attraverso la valorizzazione della Famiglia. Per fare in modo che la Chiesa fosse nella Piana veramente ed efficacemente «a servizio della Comunità degli uomini», insegnò ad avere «amore e rispetto per la Cultura del nostro Popolo», proponendo coraggiosamente e con chiarezza una Cultura alternativa a quella mafiosa, fondata su un decalogo di capisaldi evangelici.

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