“La dimenticanza della presenza di Dio nella nostra vita va di pari passo con l’ignoranza su noi stessi, sulle caratteristiche della nostra personalità e sui nostri desideri più profondi”. Ne è convinto il Papa, che nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro, ha fatto notare che “Conoscere sé stessi non è difficile, ma è faticoso: implica un paziente lavoro di scavo interiore. Richiede la capacità di fermarsi, di disattivare il pilota automatico, per acquistare consapevolezza sul nostro modo di fare, sui sentimenti che ci abitano, sui pensieri ricorrenti che ci condizionano, spesso a nostra insaputa. Richiede anche di distinguere tra le emozioni e le facoltà spirituali”. “’Sento’ non è lo stesso di ‘sono convinto’; ‘mi sento di’ non è lo stesso di ‘voglio’”, ha puntualizzato Francesco: “Così si arriva a riconoscere che lo sguardo che abbiamo su noi stessi e sulla realtà è talvolta un po’ distorto”. Secondo il papa, “accorgersi di questo è una grazia! Infatti, molte volte può accadere che convinzioni errate sulla realtà, basate sulle esperienze del passato, ci influenzano fortemente, limitando la nostra libertà di giocarci per ciò che davvero conta nella nostra vita”.
(M.N.)